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A cura di Maria Vittoria Giacomini - Architetto e Giornalista Pubblicista

La rubrica L'IRIdescente nasce dal desiderio di condividere riflessioni e informazioni legate al mondo dell'architettura, e in particolare della propria casa, dove il colore può apportare un contributo particolarmente significativo e rilevante. Infatti l'aggettivo “iridescente” ben si concilia con la proprietà di alcuni oggetti di rispecchiare i colori dell'arcobaleno, come le bolle di sapone, ma anche del vetro, creando atmosfere di sicuro effetto. I sette colori dell'arcobaleno hanno il potere di cambiare l'impatto visivo della nostra casa e anche di rendere più accogliente il nostro nido d'amore.

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Alla GAM per un affascinante itinerario della scultura moderna

Il passaggio cruciale dopo la Seconda Guerra mondiale conduce anche il mondo della scultura a rivoluzionarsi; in parallelo alle altre arti, le spinte dal figurativo all’informale si fanno sempre più necessarie e il pensiero volto alla celebrazione di un soggetto pubblico, così come privato, si trasforma per diventare più libero di esprimersi. Le statue selezionate e visibili nella mostra “Viaggio al termine della statuaria: scultura italiana 1940-1980”, a cura di Riccardo Passoni, visitabile alla GAM di Torino fino al 10 settembre, sono state scelte attraverso il tempo. Il fulcro del valore ruota intorno alle novità del linguaggio. La scultura “Ritratto di Eva” di Edoardo Rubino, datata 1942, è ancora ancorata a codici formali. L’approdo a nuovi soggetti è ormai imminente ed è anticipato nell’opera “La pazza” di Sandro Cherchi (1939). Si tratta di un soggetto inconsueto fino a quel tempo e affrontato con nuovi linguaggi. Gli influssi del dopoguerra con le sue ferite e il suo dramma materiale si riscontra in opere come “La rissa” di Agenone Fabbri (1951), ma ancor più in “Miracolo [Olocausto]” di Marino Marini (1958-60). Quest’ultimo impianto scultoreo, realizzato in legno e lavorato secondo diagonali e geometrie molto spinte, restituisce una forza evocativa del dramma dell’indicibile davvero struggente. Umberto Mastroianni è presente all’interno del percorso con l’opera “La nuvola [Apparizione alata]” (1957), con codici astratti che richiamano il dinamismo tipico del Futurismo. I bronzi “Grande figura multipla” (1956-57) di Mario Negri e “Colloquio” (1957) di Pietro Consagra sono confrontabili per il periodo storico in cui sono stati creati. Accomunati dall’eleganza con cui sono stati concepiti, sono ritmati in un affascinante gioco di pieni e di vuoti. Trovo particolarmente affascinante l’opera “Colloquio”. “Concetto spaziale” (1952) di Lucio Fontana sovverte il consueto modo di esprimere la statuaria. Il colore giallo acceso ricorda a tutti il valore del cromatismo e la forma a disco, con tagli e salti di quota, rompe gli schemi consueti, rivoluzionando il fare scultura. L’opera è stata pensata per uno spazio aperto e per dialogare con un prato verde, creando un contrasto cromatico. Fausto Melotti interpreta, a suo modo, il fare scultura con una ricerca raffinata attraverso la ceramica policroma, dando vita a due incantevoli Donnine (1953- 54). Negli anni Sessanta appare particolarmente interessante Ettore Colla, che fu tra i pochi invitati a partecipare alla mostra “The Art of Assemblage”, al MOMA di New York, nel 1961. La sua opera “R.I.T.R.A.” (1959) affronta il tema del recupero dei materiali e di assemblaggi con prodotti di varia natura. Eugenio Carmi con “Appunti del nostro tempo” (1962) crea un bassorilievo di lamiere e acciaio, secondo la nuova tendenza dell’utilizzo di materiali del mondo industriale. Il tema dello specchio e dei giochi di riflessi si ritrova con “Struttura in acciaio inox e smalto bleu” (1966) di Carlo Lorenzetti, fino a “Ombra specchiante” (1967) di Pietro Gallina. Troverà molti esempi nei decenni successivi. Nicola Carrino, invece, segue la strada delle parti componibili e dei moduli, di pari passo al mondo dell’architettura. La sua opera “Costruttivo 1/69, Alfa” (1969) è emblematica. L’avvicinamento tra mondo produttivo e artistico è sempre più chiaro. Per esempio, questa corrispondenza si può leggere nell’opera di Piero Fogliati con “Scultura sonante [Fleximofono]” (1967). Nella guida alla mostra si sottolinea la corrispondenza tra l’esposizione “Sculture in metallo”, realizzata alla GAM di Torino nel 1964, in parallelo al Primo Salone Europeo della Metallurgia. In tali circostanze si ritrovarono i medesimi artisti, come Fontana, Lorenzetti, Garelli, Franchina, Cherchi, Colla e Carmi e molti altri. Dadamaino (Edoarda Emilia Maino) con “Oggetto ottico-cinetico” (1964-65), sperimenta a sua volta l’utilizzo del metallo, in linea con il periodo. La sua scultura che si srotola in orizzontale, come per Fontana in “Concetto spaziale” vuole allontanarsi dai principi classici. Gli anni Sessanta e Settanta interrogano l’osservatore in merito al tema arte e natura. E’ particolarmente interessante l’esito, relativo alla questione del tempo, offerto da Eliseo Mattiacci con l’installazione di libri in alluminio fuso, dal titolo”Cultura mummificata” (1972). Il colore ritorna prepotentemente protagonista, come già era stato per Lucio Fontana (Concetto spaziale); si ritrova, infatti ne “La tela filosofica” di Claudio Parmigianni (1977), che utilizza l’oro e le tre figure geometriche, quadrato, cerchio e triangolo, sbozzate nel marmo chiaro, ai piedi del quadro. L’oro è protagonista nella “Madonna dei pennelli” di Vettor Pisani (1978) con il cuore trafitto dai pennelli. In questo caso l’uso dei colori oro e blu è netto e non lascia indifferenti. Si tratta, forse, di una denuncia rispetto al tempo moderno. Luigi Mainolfi con “La campana” (1979) utilizza il rosso vivo. Il tema della grotta, del riparo e della protezione, tipico dell’architettura slitta nell’ambito scultoreo, come simbolo della comunità, per l’aggregazione. La campana si ricollega simbolicamente alla chiesa, alla parrocchia con il suo campanile, luogo di richiamo per eccellenza. Michelangelo Pistoletto con “Raggiera di specchi” (1973-76) riprende il riflesso, lo specchiare il mondo circostante per trovare nuovi sguardi. Il tema del riflesso e della riflessione ritorna anche in “Frammenti di riflessione [exoteric gate]” (1976) di Nanda Vigo, con l’uso massiccio di materiali industriali, in questo caso, vetro ferro e neon, che sarà ripreso ampiamente nei decenni successivi, come nel caso di Mario Merz oppure di Marco Lodola. Il pregio del percorso è soprattutto dato dall’occasione di riflettere sul senso della scultura oggi, che si è trasformata profondamente, svincolandosi dal soggetto e da una iconografia classica per spaziare e liberarsi dai vincoli precostituiti. Questa libertà espressiva è sfociata in esiti etici, ma anche estetici, effimeri, così come duraturi. L’opportunità di sperimentare le forme, i materiali e i colori, svincolandosi da linguaggi tradizionali, ha consentito alla scultura di reinventarsi, per addizione e per sottrazione. Le lezioni del minimalismo in architettura sono state assorbite parallelamente da alcuni maestri della scultura, che le hanno fatte proprie e riscritte. Il viaggio affascinante e straordinario all’interno della scultura continua. Maria Vittoria Giacomini

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Una eterna primavera dell'abitare

La tensione ideale verso una progettazione più etica, consapevole e sostenibile è un auspicio sempre più forte da parte della collettività per dare un nuovo indirizzo all'umanità, verso un uso sostenibile delle risorse naturali e una riduzione mirata dei consumi a favore di un maggiore benessere ambientale, di cui potranno beneficiare anche le generazioni future. Esistono già architetti coraggiosi e di valore che puntano verso questo cambiamento di mentalità, a fronte di una migliore qualità e comfort abitativo, dove alla fine dei conti vincono tutti: committenti, progettisti, ambiente. A questo proposito vorrei illustrare un esempio brillante di qualità progettuale che si pone sulla scia di questa visione elevata del fare architettura, a firma degli architetti Silvio Gallina e Sara Autino e del loro staff dello Studio Archifor di Rivarolo Canavese. Si tratta di un'abitazione, oggi ben inserita all'interno del nucleo urbano di Rivarolo Canavese, risalente al 1951, quando ancora il quartiere era all'inizio della sua espansione territoriale, secondo la distribuzione urbanistica della Città giardino. La committenza richiedeva in particolare di aumentare la superficie abitabile e di realizzare un edificio con il minor consumo energetico possibile. L'edificio esistente è stato mantenuto, modificando la sagoma del tetto per ampliare in altezza la superficie abitabile, con l'obiettivo di realizzare un'abitazione a basso consumo energetico. Il complesso è stato concepito per essere utilizzato da una o al massimo due famiglie, per ciascun piano della casa; vi sono infatti due ingressi separati. La ristrutturazione ha coinvolto, in modo radicale, l'intera parte impiantistica; sono stati inseriti strati di isolante nella muratura (cappotto termico in lana di legno) e sono stati sostituiti tutti gli infissi, con il chiaro obiettivo di ottimizzare le prestazioni dell'involucro edilizio. Inoltre per completare il sistema di isolamento dell'edificio è stato curato puntualmente il tratto del soffitto della cantina e del garage e il nuovo tetto con struttura in legno. Sono stati posati frangisole esterni a tutti i serramenti, piccoli pannelli radianti verticali per il riscaldamento e un impianto centralizzato di ventilazione meccanica controllata, con funzione di de-umidificazione e di raffrescamento estivo. Le finiture esterne, così come quelle interne, sono state progettate per essere inserite nel contesto in modo armonico, senza creare forti contrasti architettonici, in linea con il contesto di villette ed edifici tardo novecenteschi confinanti. Gli interni sono sobri, così come richiesto dalla committenza; sono inoltre state mantenute alcune finiture interne originarie; infatti precedentemente questa casa era abitata da un falegname che aveva personalizzato gli spazi con lavori in legno artigianali di pregio. Attualmente, a distanza di tre anni dalla chiusura del cantiere e di utilizzo dell'edificio da parte di una famiglia di quattro persone, in base al monitoraggio costante, i consumi energetici risultano nel complesso inferiori alle ipotesi di progetto e in generale molto ridotti. L'edifico è servito da un caldaia a gas di piccole dimensioni per il riscaldamento invernale e da una pompa di calore della potenza di 2,8 Kw che fornisce acqua fredda all'impianto di ricircolo dell'aria, dotato di recuperatore di calore per il periodo estivo. L'acqua calda sanitaria è alimentata da due pannelli solari posti su tetto, che captano il calore del sole, trasferendolo direttamente all'acqua e ad una tanica da trecento litri, con funzione di accumulatore di calore. La famiglia che vi abita ha riscontrato che la produzione di acqua calda era superiore al consumo; è stata quindi collegata la lavatrice al circuito dell'acqua calda, in modo da utilizzare direttamente l'acqua prodotta dall'impianto, senza quindi più usufruire della sua resistenza elettrica. Questo artificio ha consentito di abbassare ulteriormente i consumi elettrici. I pregi di un'abitazione con queste caratteristiche sono molteplici: in primo luogo, un basso costo di mantenimento energetico e in secondo luogo, un elevato comfort interno durante l'intero corso dell'anno. La casa infatti mantiene per dieci mesi all'anno l'intervallo termico tra i diciotto e i venti gradi centigradi. Il sistema di schermatura degli infissi con lamelle tipo veneziane (dispositivo frangisole) è orientabile. In caso di vento vengono chiuse le lamelle, mentre in inverno viene modificato l'orientamento in modo da invitare nel modo più vantaggioso i raggi del sole. Sopra i ventisei gradi entra in funzione il raffrescatore. Si tratta di una vera NZEB (Near Zero Energy Building) certificata. Di fronte ad un esempio architettonico con questi standard energetici c'è da chiedersi, infine, se ci posso essere aspetti sfavorevoli. Dopo un'intervista con la famiglia che abita questa dimora da tre anni, è emerso che in estate il comportamento dell'involucro edilizio è leggermente sotto le aspettative della committenza. Infatti un edificio con un buon isolamento termico si comporta in modo favorevole in inverno, quando è necessario trattenere calore, mentre in estate è opportuno avere alcuni accorgimenti. L'edificio è stato giustamente dotato di frangisole, come accennato; questi dispositivi vanno utilizzati in maniera consapevole rispetto alle esigenze dell'involucro edilizio e rispetto alle necessità degli occupanti. Si tratta quindi di agire in maniera attiva, modificando leggermente le abitudini che erano consone in edifici tradizionali. In questo edificio, a NZEB, occorre ricordare il valore fondamentale dei suoi impianti e usufruire di conseguenza di strategie volte al miglior vantaggio di gestione a livello igro-termico. L'intervento è un ottimo esempio di corretta progettazione ed esecuzione poiché tiene conto della verifica dei ponti termici e soprattutto è dotato di un buon impianto modulabile, sia in inverno che in estate, per creare la sensazione di vivere in una eterna primavera. Maria Vittoria Giacomini

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Dimmi di che colore vuoi dipingere la tua casa...e scoprirai chi sei

Colorare l'ambiente che ci circonda è un'esigenza dello spirito. In questo modo riusciamo a creare una connessione tra il nostro sentire e la casa che abitiamo. La scelta di un certo colore è un fatto innanzitutto personale, ma certamente gli schemi cromatici che scegliamo rivelano la nostra attitudine alla solarità o all'introspezione. Circondarci dei colori da cui ci sentiamo istintivamente attratti favorisce la sintonia con il nostro mondo interiore; inoltre le nostre esigenze cromatiche, il sentirci più inclini ad entrate in contatto con una sfumatura, anziché con un'altra, sono elementi intimamente connessi ai nostri sentimenti. Per capire qualcosa di nuovo di noi stessi, per prima cosa, occorre osservare l'ambiente in cui viviamo, come se fosse la prima volta, analizzando il colore prevalente che ci circonda e considerando se rispecchia o meno la nostra personalità. La casa è un po' il luogo in cui ci possiamo rifugiare, riposare e ricaricare le energie per affrontare l'indomani un nuovo giorno; ma è anche il luogo in cui ci nutriamo o pranziamo in compagnia, in cui ci relazioniamo con la famiglia, parenti e amici, dove ci curiamo quando non stiamo bene 1. Dunque, è fondamentale che i colori che abitiamo sostengano il nostro sistema psicologico ed emozionale. Magari poi, riflettendoci un po', ci accorgiamo di non apprezzare una certa stanza, perché piccola o poco luminosa, oppure un disimpegno, perché spento o poco attraente, magari troppo scuro o freddo. Una soluzione c'è e potrebbe essere il colore. Il colore può trasformare quell'ambiente un po' critico in uno spazio con una nuova energia e luminosità, oltre a farlo sembrare più grande. Per farsi venire qualche nuova idea su come potrebbe diventare la nostra attuale casa oppure per fantasticare sul nostro spazio del futuro, possiamo girare per casa anche con un semplice blocchetto di campioni colore e sprigionare così la nostra fantasia! Non occorre spendere una fortuna per dare alla nostra casa un nuovo tocco di novità. L'importante è scegliere colori che siano in linea con la nostra creatività e non necessariamente alla moda. Infine, ma non per importanza, è essenziale affidarsi ad un professionista qualificato che saprà trasformare i sogni in realtà.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 190-191.

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Il Rosso nella tua casa

Il rosso è uno dei colori caldi dello spettro cromatico e ha un'azione stimolante e rivitalizzante sul sistema nervoso. E' utile per ogni stanza progettare lo schema cromatico e capire quale atmosfera vogliamo ottenere, affidandosi a professionisti che sapranno fornire utili suggerimenti e una progettazione personalizzata per l'arredo d'interni. Ad esempio, per rendere un soggiorno accogliente è bene introdurre colori caldi ed in particolare usare il rosso come complemento d'arredo, tra cui cuscini, tende o quadri. Naturalmente l'utilizzo a livello decorativo di questo colore rischia di creare un clima troppo “acceso” e conviene limitarsi a qualche intarsio. Per la camera da letto si può optare per arredi rossi come copriletto oppure candele o brucia essenze, senza esagerare con questa tonalità cromatica per non rischiare di vanificare il riposo. Generalmente gli spazi comuni sono spesso tinteggiati con colori neutri come il bianco, oppure con tonalità beige o crema, ma basterebbe una tonalità più calda per dare maggiore senso di accoglienza ad un corridoio freddo 1. Gli ingressi dipinti con tonalità calde possono far sentire gli ospiti subito “a casa”. Per un effetto più morbido si può optare per sfumature come terracotta o ruggine. In cucina il rosso conferisce energia, così come aiuta a “mettere radici”; per questa ragione un pavimento in cotto è utile per ritornare con “i piedi per terra” dopo una giornata fuori casa, soprattutto nel caso di lavori mentali e davanti alla scrivania. In cucina, per dare un tocco di vivacità e convivialità in più, si possono inserire oggetti rossi come: piante, serie speciali di piatti e decorazioni etniche o esotiche. Così anche nel bagno, per donare un maggior senso di calore, conviene inserire arredi rossi, come: tende da doccia, tappeti, teli, asciugamani e accessori, ad esempio porta sapone. Nella stanza dei bambini e dei ragazzi è bene limitare i colori troppo accesi per evitare un ambiente eccessivamente stimolante e consentire una migliore concentrazione o relax. Il rosso si ricollega alla nostra radice, la materia, la terra, mentre i prossimi colori dell'arcobaleno ci conducono, passo dopo passo, verso scenari più eterei, con uno sguardo rivolto idealmente verso il cielo.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 190-191.

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L'Arancione ti regala rinnovata voglia di vivere

L'arancione, colore caldo ed espansivo per eccellenza, con le sue tonalità pesca o albicocca è perfetto per creare un'atmosfera accogliente in soggiorno. L'effetto si può amplificare con l'arredamento, come cuscini copri divano e quadri. Inoltre queste tonalità si intoneranno a meraviglia con il loro colore complementare, cioè il blu. In questo modo l'ambiente sarà più rilassante ma in compagnia1. La cucina è la stanza ideale per accogliere i guizzi di colore contrastanti e complementari come ad esempio decorazioni o piante, ma soprattutto è bene ricordare che l'arancione si sposa perfettamente con questo ambito; infatti stimola l'appetito e facilita la digestione. Nel bagno, che spesso si preferisce tinteggiare con tonalità fredde, come i colori del mare che aiutano il relax, è utile inserire colori a contrasto nella tonalità arancio sotto forma di tappeti, tende, lampade o asciugamani. Comunque, per mia esperienza, tali tonalità hanno una funzione rivitalizzante e tonificante anche utilizzate su pavimenti o tendaggi e lo stesso discorso vale in camera da letto. Gli ambienti di raccordo come ingresso, scale, pianerottoli e corridoi saranno maggiormente accoglienti e adatti alle conversazioni con l'utilizzo di colori caldi; in particolare con tonalità chiare assumeranno un effetto più morbido e delicato. L'azione associata a questo colore è l'espansione, intesa come apertura alla vita e capacità di rimettersi in gioco.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 194-201.

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Il giallo ti aiuta nella concentrazione

Il giallo, il colore più vicino alla luce del sole (dopo il bianco), si adatta perfettamente al cuore della casa: la cucina. Infatti questo colore incoraggia la conversazione e il buonumore. E' un colore adatto ai bambini perché favorisce lo sviluppo delle capacità cognitive. Se i piccoli hanno una stanza dei giochi è utile includere il giallo nello schema cromatico dell'ambiente. Per una camera da letto riposante sono adatte sfumature del crema, mentre è da evitare il bianco pure che ricorda troppo l'ambito “ospedaliero”. Spesso gli spazi comuni sono tinteggiati con colori neutri come il bianco sporco o il crema oppure ancora il beige; queste tonalità potrebbero però creare un'atmosfera statica e poco accogliente. Da tenere in debita considerazione la parte della casa adibita a studio, o il luogo in cui si trascorre il tempo con il proprio hobby, o dove i bambini fanno i compiti. Questo spazio dedicato all'intelletto, che implica riflessione, lettura, scrittura e creatività, si accompagna armoniosamente con il giallo. Sia a livello psicologico che fisico, questo colore aiuta a rimettere le cose in movimento. E' utile nei momenti di socialità; se volete delle feste animate, provate ad introdurre un po' di giallo nelle stanze dove le persone si riuniranno. L'oro, o il giallo oro, crea in chi lo guarda maggior senso spirituale. Una attenzione particolare, tuttavia, consiste nel non eccedere con questa tonalità, poiché potrebbe creare effetti troppo stimolanti e portare una minore armonia relazionale1.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 46-49 e pp. 196-201

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Il verde ti apre il cuore alla speranza

Il verde, il colore della natura, armonizzante ed equilibrante, rappresenta la madre terra e comunica empatia. Chi ama il verde è socievole, predilige le relazioni con parenti e amici. Per chi ama ricevere in sala da pranzo è adatto alle pareti un tono allegro di verde, mentre in soggiorno sono migliori le tonalità pastello; lo stesso discorso vale per gli spazi comuni e di raccordo. Infatti questi spazi di collegamento spesso sono di ridotte dimensioni e scarsamente illuminati dalla luce solare. Questi difetti si possono correggere con le tinte pastello, creando un effetto più luminoso e ampio1. Il verde si trova a metà dello spettro cromatico e consente l'equilibrio tra i colori caldi e quelli freddi. Un'area riservata al riposo o alla meditazione si adatta a meraviglia con le fresche sfumature del verde. Infine non va dimenticato che un'area all'esterno della casa adibita a verde, se possibile un giardino, altrimenti sul terrazzo, ha un grande potere terapeutico e regalerà serenità.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 50-51 e pp. 190-211.

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Il Blu ti facilita la concentrazione e porta saggezza

Il blu è il primo dei colori freddi dello spettro cromatico; ha proprietà calmanti e rinfrescanti. Con questo colore l'attenzione comincia a spostarsi verso la sfera interiore, dal mondo materiale a quello spirituale. E', infatti, il colore della contemplazione e della riflessione pacata. Per creare l'atmosfera desiderata si può provare ad utilizzare una luce colorata. Si tratta di un metodo che risale all'antichità e così il relativo impiego del vetro e dei cristalli per filtrare la luce. Si usa il blu per il relax, ad esempio. Per ottenere un effetto riposante in camera da letto è meglio scegliere i colori freddi dello spettro cromatico1. Le tonalità pastello del blu sono adatte a rilassare l'atmosfera, ma portano anche una sensazione di freschezza. Un soggiorno nelle tinte calde sarà meglio bilanciato da arredi con colori complementari. Se, ad esempio, si è optato per tonalità albicocca, si adotteranno arredi dalle sfumature blu. Il colore della porta di ingresso è bene che sia una tinta che esprime senso di protezione, come il blu. La stanza da bagno spesso è di dimensioni ridotte e quindi è importante scegliere colori che facciano sembrare gli spazi più ampi. Le sfumature del blu e del turchese, i colori del mare, hanno una funzione rasserenante. Per non creare un'atmosfera troppo fredda basterà inserire colori caldi nell'arredo e negli accessori. Se si ha a disposizione un'area per il lavoro e per dedicarsi agli hobby è bene riservarne una parte per il riposo o la meditazione con tonalità turchese.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 55-57 e pp. 190-201.

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L'indaco ti guida verso l'ispirazione

L'indaco è il colore del cielo notturno, vellutato come il fiore dell'iris, denso di mistero. Per i più creativi mi immagino un soffitto indaco in camera da letto con dei piccoli glitter che si accendono come stelle nel firmamento. Non va dimenticato poi che in camera da letto l'indaco è adatto per innalzare i pensieri verso l'ambito spirituale1. Magari si può optare per una parete o un accessorio, come il copriletto dalle tonalità indaco. Questo colore aiuta a percepire la propria voce interiore. Come gli altri colori freddi dello spettro cromatico, l'indaco aiuta ad orientarsi verso una dimensione più introspettiva. Riflettere, sognare e meditare con questo colore aiuta a ritrovare il proprio centro interiore.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 58, 59 e pp. 200, 201.

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Il viola ispira la tua parte artistica

Il viola porta i colori freddi alla massima espressione dello spettro cromatico. E' un colore associato alla trascendenza, al dominio della mente sulla materia. Inoltre si riferisce all'emisfero destro del cervello e dunque all'intuito, una sorta di sesto senso per le cose e le situazioni. Il viola è indicato per le persone che hanno temperamento artistico e molto sensibile, che infatti tendono facilmente a riequilibrarsi entrando in contatto con questo colore1. Il viola, composto dal blu (colore freddo) e dal rosso (colore caldo), contiene entrambe le estremità dello spettro cromatico; i colori caldi sono associati all'energia maschile, mentre quelli freddi alla parte femminile. Quindi il viola può aiutare ad armonizzare queste due energie all'interno delle persone. In una casa in cui sia presente un interesse artistico, il colore viola aiuta l'ispirazione e allontana le distrazioni esterne. Quindi si potrebbe optare per una parete viola in uno studio, oppure inserire arredi viola all'ingresso o in aree di collegamento con altre stanze.

1. Cfr. Stephanie Norris, I segreti della cromoterapia, Logos, 2008, pp. 62-65 e pp. 192-201.

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La magia del bosco in casa

Una villetta nella zona pre-collinare di Agliè, ben inserita nel verde, diventa il pretesto per un magnifico intervento di ampliamento della abitazione (2018-2019), firmato dagli architetti Silvio Gallina e Sara Autino e il loro staff dello Studio Archifor di Rivarolo Canavese; la ditta che ha eseguito i lavori è Altea Costruzione. La costruzione originale ha una forma rettangolare ed è adagiata parallelamente al profilo del terreno. L'ampliamento è stato progettato in continuità con la forma iniziale e seguendo le linee di quota di campagna. Il lotto si affaccia sulla pianura canavesana ed ha una pregevole vista panoramica. L'inserimento di una vetrata dona un senso di movimento al volume, grazie ad un ribaltamento percettivo della collina, offrendo al progetto una sua originalità. Il dialogo tra interno ed esterno è il leitmotiv del disegno e del cantiere, soprattutto il soggiorno con il terrazzo esterno. La trasparenza della vetrata conduce con lo sguardo al paesaggio e contemporaneamente le copiose parti in legno rieccheggiano idealmente gli alberi e l'intero bosco con la sua magica atmosfera. L'utilizzo del legno, richiamo diretto al verde esterno, consente di realizzare un auspicio progettuale: il bosco entra dentro casa. Un albero di rovere, proprio quello davanti a casa, è stato impiegato con funzione strutturale. Lo strumento utilizzato è il resistograph, ovvero il sistema per la valutazione della qualità del legno. Sono rari gli studi professionali che utilizzano questo meccanismo. L'albero impiegato è stato riutilizzato in tutta la sua maestosità al grezzo, con la sua trama nodosa, come pilastro interno su cui poggia non solo la nuova scala, ma anche il soppalco, collocato sopra la cucina e tutto il tetto dell'ampliamento. La struttura della copertura e delle capriate è in legno lamellare e crea un piacevole contrasto con il pilastro in rovere trattato al naturale. Questo intervento è un esempio di NZEB, ovvero Near Zero Energy Building. Si tratta di un lavoro di cantiere di estrema attualità dal momento che la cura per l'ambito energetico è prevalente, in linea con le sempre più urgenti esigenze climatiche per la riduzione al minimo dei consumi e per contribuire alla restituzione di un ambiente più pulito per noi e per i nostri discendenti.

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